Il processo di apprendimento, al di là di una serie di istruzioni necessarie per orientarsi nei rudimenti di un linguaggio, si compie nel suo primo approccio analogicamente, attraverso una serie di prove ed errori il cui unico giudice è l’intuizione: una maestra saggia e attenta che trae conclusioni costantemente e senza fatica. Questa qualità non è saltuaria o sporadica, ma è il fulcro del nostro passaporto nel mondo; basata sia su un contesto culturale al quale si è esposti, sia su meccanismi innati o impliciti sui quali è molto difficile anche ora investigare.
Paradossalmente il dislessico non smette mai di interagire con questa qualità, appiglio importante in un’educazione attualmente ancora basata su istruzioni che la riducono in necessità ed uso.
Bisognerà quindi rifornire l’apprendimento con situazioni interattive nelle quali i quesiti di tale natura abbondino e la risoluzione sia affidata all’allievo più che all’insegnante.